“Take a breath
Take a deep breath nowWhen you’re down is where you find yourself
When you drown there’s nothing else
If you’re lost you’ll need to turn yourself
Then you’ll find out that there’s no one else ”
I sogni sono il riflesso delle nostre paure più profonde e delle nostre speranze più ardenti.
La paura di non farcela, l’adrenalina, i battiti accelerati, il lasciarsi andare, la sensazione di spaesamento… e la voglia di riemergere e di riprendere fiato, come in quegli incubi dove sogni di scappare dal mostro, corri a perdifiato ma il tuo corpo si muove a rallentatore mentre intorno a te tutto scorre normalmente. Spesso le avversità della vita sono come un tuffo in mare da 20 metri: a te sembrano momenti interminabili, intorno a te tutto procede naturalmente. Resti immobile, fermo, pieno di ansie e paure a fissare il vuoto sotto i tuoi piedi. Una volta fatto il passo cadi giù, trattieni il respiro, tocchi l’acqua, vai sempre più giù, cerchi di aprire gli occhi per capire dove sei, di riemergere il più velocemente possibile per tornare a respirare. A volte una volta riemerso è pronta una onda a colpirti e a rimandarti giù, a farti perdere nuovamente fiato come in un vortice continuo, come un incubo dove non riesci a svegliarti.
Per molti l’adolescenza è stato un continuo tuffo in mare, un incubo continuo dove resti fermo a combattere le tue paure e le tue ansie. Quando provi ad uscirne, tutto ti colpisce nuovamente con più forza. Fuori sembra tutto tranquillo, mentre dentro di te è tutto dannatamente profondo e buio.